Il Kindle di Amazon ha davvero rivoluzionato il modo di leggere e aggiungerei di viaggiare. Quindi ecco l’ennesimo argomento che divide tra romantici conservatori e progressisti…
Quando si parla di Kindle ci si riferisce in generale al libro elettronico, di cui esistono diverse marche e versioni ma sicuramente la proposta di Amazon è la più diffusa e nota.
Io stesso ero molto scettico rispetto alla conversione dalla carta al digitale ma ad ogni vigilia di partenza per un viaggio mi ritrovavo a fissare dubbioso una pila di libri, meditando su quale portare con me.
Poi ricordo qualche anno fa che, in fila durante l’attesa per imbarcarmi su un volo, davanti a me un ragazzo estrasse quel piccolo tablet dalla tasca della giacca e, tenendolo con una mano, lesse per tutto il tempo. Da allora, come spesso capita in questi casi, iniziai a vedere Kindle ovunque, apprezzandone l’effettiva utilità.
Da li a procurarmene uno il passo fu breve e quindi arrivò in casa il Kindle Paperwhite.
Il primo approccio fu stupefacente e mi impressionarono in particolare due dettagli:
1-Il tatto: scorrendo il dito sullo schermo la sensazione che restituisce non è affatto quella tipica del touchscreen di un tablet ma è nettamente ruvida, ricordando quindi molto la carta.
2-La vista: la tecnologia cosiddetta ad inchiostro digitale è semplicemente stupefacente. Lo schermo è tanto più leggibile quanto più lo si espone alla luce. Quindi, classico dei classici, leggendolo sotto il sole in spiaggia non da nessun tipo di problema. Zero riflessi e leggibilità a livelli impensabili.
La retroilluminazione ovviamente ci soccorre in caso di scarsa luminosità.
Tornando alla mia immagine iniziale in cui meditavo davanti alla pila di libri da scegliere, oggi la risposta è: tutti. Infatti grazie alla memoria e alla connettività al cloud praticamente un Kindle può contenere un’intera biblioteca. Inoltre la batteria dura moltissimo.
E’ giunto quindi il tempo di rompere con i libri di carta?
Credo di no. Il livello tecnologico ci consentirebbe di poterne farne a meno ma il nostro radicamento culturale ancora no. Poi resta il fatto che molte persone amano l’odore della carta stampata nuova e vecchia, le sgualciture e gli appunti presi in fondo alle pagine. E perché no, una dedica autografata dall’autore.
Solitamente a questo insieme di persone appartengono coloro che hanno qualche defezione nei confronti della tecnologia in generale ma il dato di fondo rimane lo stesso: il cambiamento ha bisogno di tempo e in questo momento viviamo la convivenza dei due mondi.
Chi sopravvivrà? Lo leggeremo sui libri del futuro.
[amazon_link asins=’B00QJDO0QC,B06XDK92KS,B00DU8PP8G’ template=’ProductCarouselH3′ store=’viaggioblues-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ba906aa1-8814-11e8-bbd0-415e63401f43′]
“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”