WLADYBIKE ALLA CONQUISTA DEI BALCANI IN BICICLETTA
Fa freddo e la primavera è ancora lontana ma sono anche le condizioni migliori per farsi raccontare storie e raccontarle a nostra volta.
Così incontriamo ancora il nostro amico Wladimir, ribattezzato da ViaggioBlues Wladybike per la simbiosi tra l’uomo e la bicicletta, il quale ci racconta del suo viaggio alla scoperta dei Balcani.
Tutto parte da un messaggio ricevuto quest’estate “Aiutami a decidere: Francia, sud Italia o Austria?” La risposta è stata “Vai in Montenegro” In meno di ventiquattrore Wladimir organizza la pedalata balcanica.
VB – Allora andiamo subito al sodo. Da dove sei partito e dove sei andato?
Wl – Mi sono imbarcato, assieme alla mia bici, dal porto di Ancona e sono sbarcato a Spalato, in Croazia. Da li ho pedalato poi lungo tutta la costa fino al Montenegro, passando per Dubrovnik.
VB – È una città molto interessante…
Wl – È un posto veramente eccezionale, in particolare la città vecchia è molto bella, da paura. Peccato solo per l’orda incontenibile di turisti che ha complicato un po’ le cose togliendo la magia.
VB – Da li hai lasciato la costa verso l’interno del Montenegro e il suo famoso mare tra i fiordi. Ti è piaciuto?
Wl – L’interno del Montenegro è molto selvaggio, in totale contrasto con la costa che è stata esageratamente urbanizzata, anche a causa del turismo russo che è molto spinto. Addentrandomi verso l’interno le cose sono molto cambiate. Come ho detto, natura molto selvaggia e gente diversa, ancora molto semplice. Lasciando la costa si affronta una strada con un sacco di tornanti in salita. Una volta scollinato mi sono fermato in un bar dall’atmosfera ancora un po’ stile comunista, retrò. Mi ha colpito molto l’aria che si respirava in quel luogo.
Li ho incontrato un signore che parlava perfettamente inglese e così abbiamo ingaggiato una chiacchierata. Mi raccontava che storicamente quell’area in cui ci trovavamo era popolata da famiglie nobili e appartenenti all’alta borghesia del paese. Questo, nel tempo, aveva contribuito a rendere particolarmente rilassata e interessante la zona. In quel bar non c’è stato verso di pagare nulla, mi hanno offerto tutto, da mangiare e da bere. Addirittura volevano che mi riposassi su un divano ma ho gentilmente rifiutato perché l’odore di fumo da sigaretta era davvero impossibile.
VB – Sembra proprio che tu abbia avuto una buona esperienza con i locali. Poi ti sei spostato in Bosnia. Sono andate bene anche lì i rapporti con gli abitanti?
Wl – Assolutamente sì. Ovunque mi muovessi trovavo gente che mi fermava, mi faceva domande e mi offriva cose. Ho trovato persone gentili, educate e molto cordiali. Posso sinceramente dire che non me lo aspettavo.
VB – Ricordo un messaggio molto concitato che mi mandasti dal confine tra Montenegro e Bosnia. Parlava di una bionda formosa…
Wl – Certo, ero sulla strada che da Niksic porta alla Bosnia e poco prima del confine ero completamente arso dalla sete così in un paesino trovai un bar. Seduta fuori c’era una ragazza bionda di una bellezza assurda, con tacchi alti, minigonna e abbondanze di una generosità inimmaginabile. Ovviamente mi sono fermato per la sete…La visione si chiamava Isabella e serviva al bar. Peccato che dopo cinque minuti sia arrivato il padre che parlava perfettamente italiano, avendo vissuto per anni a Milano, così non ho potuto continuare la mia pratica da Don Giovanni. La mia battuta migliore a lei rivolta è stata “Mi sa che qua succedono un sacco di incidenti visto che te ne stai qua fuori seduta in bella mostra. Gli automobilisti quando ti vedono non capiscono più niente”
VB – È chiaro che Isabella ti è restata bene in testa. Da lì dove sei andato?
Wl – Sono andato a Mostar, la città del famoso ponte. Sono rimasto impressionato dalla quantità di proiettili che ancora sono conficcati nei muri. È molto toccante. Ho avuto la fortuna di conoscere un ragazzo in ostello con cui ho fatto un giro in notturna della città. Era un tedesco, un docente di legge all’università in Germania, con una conoscenza impressionante.
VB – I buoni incontri sono fondamentali per quello che possiamo chiamare il viaggio perfetto perché lasciano il segno, definendo indelebilmente il ricordo e l’esperienza. Anche in Croazia hai trovato buoni personaggi?
Wl – Si, effettivamente c’è questo ragazzo, grande ciclista viaggiatore, che ha deciso di lasciare aperta e disponibile la sua casa, affinché persone con la sua stessa passione possano trovare conforto lungo il viaggio.
VB – Senza parole…e si fida?
Wl – Si. Si fida perché ha un progetto che è quello, entro breve, di affrontare il giro del mondo in bicicletta. Con questo espediente conta di conoscere quante più persone possibile e di stabilire una buona base di conoscenze che lo possano aiutare nell’impresa.
VB – Torniamo all’itinerario. Spalato – Dubrovnik – Kotor – Niksic – Mostar – Medjugorje. 14 giorni di cui 12 pedalati e 860 km. Come sono stati i percorsi? Pianeggianti o no? Cosa ti ha colpito di più?
Wl – È stato tutto un su e giu. Tutte colline abbastanza dolci ma senza un attimo di tregua. Può ricordare un po’ alcuni paesaggi della Toscana. Quello che mi ha colpito di più è stato senza dubbio il rapporto con la gente nei paesini incontrati. Gente gentile e generosa. Raramente ho pagato qualcosa.
VB – Dove hai dormito?
Wl – Principalmente in tenda nei campeggi. Solo una volta in Montenegro mi sono accampato liberamente vicino a un lago. In Bosnia in affittacamere e ostello. Come detto l’ultimo giorno in Croazia sono stato ospite dal tizio ciclista.
VB – Parliamo di un altro argomento importante: il cibo. Cosa hai mangiato?
Wl – Salsicce, salsicce e salsicce…
VB – Quindi ti sono piaciute le persone, i paesaggi e l’atmosfera in generale.
Wl – Diciamo che una cosa che può essermi mancata è la compagnia di un altro ciclista. Cercasi compagni di viaggio…
VB – Altri personaggi interessanti? Ho visto foto in cui eri in compagnia di alcuni camperisti.
Wl – Già, i camperisti! Fenomenali persone incontrate nella prima parte del viaggio in Croazia. Mi hanno praticamente adottato… Comunque lungo la strada, chiunque avesse un baldacchino, un fornellino per un caffè o qualcosa di simile, ti fermava per offrirti qualcosa.
VB – Altri ciclisti ne hai incontrati?
Wl – Ho trovato un ragazzo brasiliano e una coppia tedesca. Effettivamente non c’è stato molto traffico in tal senso.
VB – Parentesi Medjugorje ne vuoi parlare?
Wl – Ho assistito ad un episodio che mi ha convinto di essere nel posto sbagliato per me e convinto ad andarmene presto. Praticamente in un bar c’era un tizio che stava veramente molto male, forse un attacco intestinale e il gestore non gli ha permesso l’accesso al bagno per questione di soldi. Non ho altro da aggiungere.
VB – Il rientro come è stato?
Wl – Per assurdo la tappa più dura è stata da Piacenza, dove sono arrivato col treno da Ancona, fino a casa. Ho bucato ben due volte in venti chilometri, esattamente come durante tutto il viaggio di 14 giorni. Il traffico poi era veramente fastidioso.
VB – Bravo, hai fatto anche il meccanico. Che attrezzi ti porti dietro durante i tuoi viaggi?
Wl – Prima di tutto camere d’aria di ricambio e poi cacciavite, pinze, chiavi a brugola. Dovrò ricordarmi di prendere anche le maglie di ricambio per la catena perché se dovesse rompersi quella allora sì che son guai…
spalato
dubrovnik
kotor
Niksic
mostar
Medjugorje
“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”