Scicli: incanto italiano

Giancarlo Fazzi, Senior Travelers, Italy
Giusto un anno fa mi trovavo a vagabondare per la Sicilia e ad innamorarmi dell’ennesimo incanto italiano: Scicli.
Se dovessi abbinare l’idea di una bella e misteriosa donna del sud ad una città, non avrei dubbi e sceglierei proprio questa cittadina.
Dopo qualche giorno passato nella Catania bella, sboccata e affascinante, come una prostituta che sa il fatto suo, mi sono trovato catapultato in un’altra Sicilia, quasi in un altro mondo. Da grande appassionato dello stereotipo mediterraneo quale sono, a Scicli ho trovato pane per i miei denti.

“La vista sul paese […] una di quelle che ci si porta nei ricordi per tutta la vita. Una visione perfettamente bucolica sul paese al tramonto..”
Appena arrivati abbiamo parcheggiato l’auto in una piazzetta ed io e mia moglie Elena ci siamo messi alla ricerca della casetta che avevamo prenotato, la tipica casa antica a ridosso delle altre, nascoste fra meandri di vicoli che si arrampicano qua e là.
Accolti dal padrone di casa, un giovane sveglio e laborioso, abbiamo visitato l’abitazione e in ultimo siamo stati invitati alla sorpresa finale: la terrazza. La vista sul paese era una di quelle che non può lasciare indifferenti, una di quelle che ci si porta nei ricordi per tutta la vita. Una visione perfettamente bucolica sul paese al tramonto.
Gli occhi del ragazzo tradivano l’orgoglio e l’emozione che provava, al pari di noi due forestieri che ci trovavamo davanti ad un simile spettacolo per la prima volta. E questo è bene perché la gente innamorata di casa propria di norma riesce a trasmettere tale amore anche agli altri.
Con il sole rosso che riscaldava i nostri volti plasmati d’ammirazione, il ragazzo ci raccontava dei tanti volti di quell’angolo di Sicilia, delle grandi diversità fra Scicli e Catania per esempio. Si divertiva un mondo rivelandoci che lui a Catania, che non è il capoluogo ma la città più rilevante dell’area, c’era stato solo due o tre volte in tutta la vita sua! Insisteva nel dirci che lí saremmo stati tranquilli e che la sera, girando per il paese, avremmo notato la moltitudine di giovanissimi per le strade. E così è stato. Moltitudini di ragazzi di ogni età riversati nelle strade e nelle numerosissime piazzette che caratterizzano questo presepe di paese, costituendo una presenza allegra, spensierata e rassicurante. Aggiungerei anche di qualità.
La passeggiata fino alla cattedrale superiore poi è un’esperienza irrinunciabile. Da lassù infatti oltre a godere di un panorama di primissimo livello, non solo sul paese ma anche sul territorio circostante, si può infatti proseguire e notare le antiche caverne scavate nella roccia ed in più si può apprezzare la caratteristica morfologica della zona restando affascinati dalla vista sulle profonde gole, i valloni citati da Vittorini, dove si adagiano i quartieri del paese, costruiti letteralmente dentro ad una buca.
Sono i paesi come Scicli e come i suoi onesti abitanti che portano l’immagine più sana della Sicilia e dell’Italia nel mondo, che fanno sentire orgoglioso del tricolore anche il più ostinato nordico.
Da viaggiatore devo anche ammettere che, a fronte di tanto vanto dato da infinite opere d’arte e musei al nostro paese, per me sia più facile portare nel cuore Scicli vista da un terrazzo al tramonto. Se poi il momento è condiviso con un giovane siciliano autentico, orgoglioso ed innamorato delle proprie origini, allora non c’è prezzo!
“La passeggiata fino alla cattedrale superiore poi è un’esperienza irrinunciabile”
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“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”