VIAGGI E PERSONAGGI
L’infermiera di Carhuapampa

Wladimir D’Arcangelo, Senior Traveler, Italy
WladyBike ci racconta qualcosa in più riguardo una delle sue tappe peruviane. Ci presenta Rosita.
Dovete sapere che in Perù i neo-laureati in scienze infermieristiche sono “costretti” ad esercitare la professione in una zona remota del paese durante il primo anno di carriera lavorativa.
Una sorta di ribaltamento a trecentosessanta gradi per molti giovani neo-laureati, i quali si trovano, di punto in bianco, ad essere proiettati in una realtà lontana anni luce da quella che rappresenta la quotidianità.
Arrivato in tarda mattinata al villaggio di Carhuapampa, in una situazione fisica a dir poco imbarazzante, decido in un attimo che quello sarebbe stato il mio ricovero per la notte. Il villaggio è strutturato in maniera molto semplice: una piazza centrale, l’ufficio comunale, una fontana asciutta e quello che poi risulterà essere il mio ricovero per la notte, vale a dire il consultorio infermieristico.
Rosita con i bambini
Photograph by WladyBike
È mezzogiorno ed il paese è semi deserto; il corrispettivo del nostro messo comunale, intento alla raccolta dei rifiuti, qualche signora impegnata nella gestione del bestiame e qualche bambino che ha saltato la scuola per potere aiutare i genitori nelle attività lavorative.
Sento poi il vociferare di due ragazze proveniente dal consultorio. Decido così di entrare per chiedere informazioni sfoggiando uno spagnolo direi vergognoso…
“È stata una grande esperienza incontrarla soprattutto in quel luogo arduo ma al tempo stesso magico.”
Ed è proprio qui che conosco la Segnorita Rosita, una brillante ragazza di Lima, “spedita” nel remoto paese andino di Carhuapampa a donare la sua professionalità durante quello che per molti sarebbe visto come un anno di purgatorio. Dal livello del mare a quattromila metri di altitudine, dalle normali comodità della vita in città alla essenzialità più striminzita della vita nella remota Carhuapampa, dal bagno in casa al fiume, dalla cucina ad un fornello da campeggio. Insomma una bella scalata e sicuramente una scuola di vita impegnativa. Venti giorni in campo lavorando quotidianamente senza pausa e dieci a casa a godersi famiglia ed amici e così via per un anno.
La bacheca del consultorio
Photograph by WladyBike
Chiedo informazioni circa la possibilità di alloggiare nel villaggio e gentilmente mi danno la possibilità di poter dormire nel consultorio regalandomi anche una tanto desiderata doccia calda.
Fortunatamente Rosita sfoggia un inglese sopraffino; si dice appassionata di lingue straniere perché le offrono la possibilità di comunicare e quindi di confrontarsi e conoscere. Per me una boccata di ossigeno nonostante la quota.
Nascerà poi una fantastica chiacchierata che per me è diventata fonte di profonde riflessioni.
Ne riporto uno stralcio.
Wl – Come ti senti a dovere essere così lontana dalla famiglia?
Ro – E’ difficile stare lontano dalla mia famiglia perché ho con i miei genitori e con le mie tre sorelle un rapporto molto stretto. Ogni volta che li devo lasciare è molto difficile. Quando torno a Lima faccio il possibile per potermi godere amici e famiglia.
Wl – Di che cosa ti occupi a Carhuapampa?
Ro – Sono qua per curare l’aspetto sanitario ed assistenziale di base. Devo inoltre supervisionare l’aspetto educativo dei bambini ed anche il rispetto dell’ambiente.
Wl – Quale è l’aspetto più arduo del tuo lavoro nella comunità?
Ro – Riuscire a migliorare la cura e l’igiene delle persone, in modo particolare dei bambini. Purtroppo anche il semplice gesto di lavarsi le mani è per loro una azione inutile.
Wl – Cosa ti ha spinto a fare questo lavoro?
Ro – Il mio sogno è quello di aiutare le persone ad avere una vita migliore. Do tutto per il mio lavoro. Mi piacerebbe che i bambini amassero la scuola, che si istruissero, che avessero cura della propria persona. Penso di avere una sorta di dipendenza per il mio lavoro; lo amo a tal punto che quando mi sveglio sento le farfalle nello stomaco, un innamoramento totale.
Wl – Cosa ti piacerebbe poter fare nel futuro?
Ro – Mi piacerebbe potere viaggiare e conoscere altre culture. L’unico problema è che viaggiare è molto costoso per cui dovrò prima lavorare e risparmiare qualche soldo.
Rosita mi ha trasmesso un sacco di emozioni positive. È stata una grande esperienza incontrarla soprattutto in quel luogo arduo ma al tempo stesso magico.
Spero un giorno di poterla incontrare di nuovo e magari condividere più tempo assieme.
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“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”