Il Carnevale di Venezia, fra i più antichi e famosi di tutto il mondo, affonda le sue radici in epoche lontanissime. Già nel 1094 in alcuni documenti ufficiali veniva menzionato un periodo antecedente all’inizio della Quaresima, durante il quale al popolo era permesso lasciarsi andare a feste e divertimenti.
È al 1296, però, che risale l’istituzione vera e propria del Carnevale a Venezia, grazie ad un editto del Senato che lo riconosceva come festa pubblica a tutti gli effetti, permettendo anche al popolo di accedere a locali ed avvenimenti che solitamente erano riservati alla nobiltà.
In realtà, però, il Carnevale deriva addirittura da feste degli antichi romani, i Saturnalia, e da culti dedicati a Dioniso nell’antica Grecia durante i quali era permesso abbandonarsi ad ogni tipo di divertimento. Allora, come ai tempi della Serenissima questo periodo di festa era una concessione fatta ai ceti più poveri per cercare di avvicinarli ai potenti, permettendo loro di mascherarsi eliminando ogni differenza, almeno una volta all’anno.
Per molti secoli il Carnevale è stato celebrato puntualmente ed in alcuni casi è coinciso anche con avvenimenti storici importanti ma poi, con l’arrivo di Napoleone e la caduta della Serenissima è stato esplicitamente vietato perché i francesi temevano che sotto le maschere potessero celarsi dei sobillatori e dei rivoluzionari.
Solo nel 1979 venne ripresa l’abitudine di celebrare il Carnevale di Venezia secondo le più antiche usanze, organizzando eventi e manifestazioni che, nel corso degli anni, sono diventati sempre più sfarzosi attirando turisti da ogni parte del mondo per un avvenimento che non smette mai di stregare, oggi come secoli fa.
Le maschere di Carnevale
L’essenza stessa di questa festa è sempre stata rappresentata dal travestimento, dalla possibilità per chiunque di diventare un’altra persona e dar sfogo al divertimento più sfrenato. In effetti, nei tempi remoti, durante questo periodo accadeva di tutto e chiunque poteva trasgredire in modo spensierato senza temere di essere riconosciuto.
Oggi, durante tutto l’anno, nelle botteghe artigiane di Venezia, è possibile ammirare delle maschere magnifiche, dove piume, lustrini, pizzi e veli fanno bella mostra creando delle vere e proprie opere d’arte, così come avviene per i vestiti di Carnevale, riproduzioni fedeli dei costumi tipici del Settecento. Eppure le vere maschere di questa festa sono in realtà molto semplici ed essenziali.
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La bauta è quella tipica di Venezia, composta da una maschera bianca indossata generalmente con un mantello nero (tabarra) ed un copricapo a tricorno. Questo travestimento permetteva a uomini e donne di rendersi irriconoscibili a chiunque, poiché la conformazione della maschera sul viso era tale da non dover essere tolta nemmeno per mangiare, modificando anche il timbro della voce, per cui era davvero impossibile sapere chi realmente si celasse lì sotto. Era particolarmente adatto per incontri galanti perfettamente anonimi.
Le donne, poi, potevano indossare la cosiddetta “moretta” una maschera ovale, fatta generalmente in velluto nero che aveva la particolarità di dover essere mantenuta con la bocca, grazie alla presenza di un apposito bottone. Per questo motivo essa era chiamata anche “servetta muta”.
Gli uomini, invece, si travestivano con abiti femminili ed una maschera simile al muso di un gatto, la Gnaga, travestimento che richiamava le popolane di quel periodo.
Altri travestimenti piuttosto diffusi erano il Domino, composto da un ampio mantello con cappuccio, il Mattaccino ovvero un abito colorato con un cappello di piume, simile ad un clown, il Medico della Peste, dal lungo naso e lo Zanni, una sorta di servo sciocco da cui poi si sono originati i personaggi della commedia dell’arte come il famosissimo Arlecchino o Pulcinella.
Aneddoti e curiosità sul Carnevale di Venezia
In più di 900 anni di Carnevale, Venezia ha sicuramente molto da raccontare anche perché la storia di questa festa è sempre stata molto legata a quella della Serenissima, basti pensare che secondo alcune fonti, essa fu istituita per ricordare lo smacco subito dal Patriarca di Aquileia dopo aver tentato di conquistare Grado che faceva parte del territorio di Venezia.
Fatto prigioniero dopo la sconfitta, per la sua liberazione venne richiesto dal Doge il pagamento di un cospicuo riscatto ed ogni anno, in occasione di quell’avvenimento, Aquileia doveva inviare a Venezia un toro e 12 maiali che venivano macellati in piazza ricordando la sconfitta del Patriarca e dei 12 canonici che lo avevano aiutato.
Nel corso dei secoli questa tradizione è mutata ma è rimasto il rito del “taglio della testa del toro” da cui è derivato il detto “tagliare la testa al toro” quando si mette fine in modo decisivo a qualche questione.
Il Volo dell’Angelo, che anche oggi apre le celebrazioni di questa festa, ha origini lontane; sembra, infatti, che tutto sia cominciato nel Cinquecento grazie all’intraprendenza di un giovane funambolo che è riuscito a raggiungere il Campanile di San Marco su una corda tesa da una barca, portando così i suoi omaggi al Doge. Da allora questa tradizione di rinnova ogni anno, seppur con alcuni cambiamenti, ma è comunque il momento più emozionante di questa manifestazione.
Il Carnevale di Venezia era anche un modo per lasciarsi andare ad ogni tipo di divertimento, più o meno lecito. La possibilità di mascherarsi, infatti, senza dover mostrare la propria identità permetteva a chiunque di abbandonare ogni freno inibitorio trascorrendo le giornate nelle case da gioco, che restavano sempre aperte, in compagnia di prostitute, nei teatri che per l’occasione facevano spettacoli particolarmente spinti o nelle case private, dove si susseguivano le feste.
Con il termine “Listòn” in uso anche oggi, si indicava la sfilata di maschere ad inizio del Carnevale, durante la quale ognuno faceva sfoggio del suo costume. Questa passeggiata avveniva in campo Santo Stefano dove si trovava un apposita strada selciata (listòn) e poi fu trasferita in Piazza San Marco.
Le fritole ed i galani sono i tipici dolci veneziani che ogni pasticceria o forno prepara continuamente in questo periodo per soddisfare le tante richieste dei turisti.
I giochi durante il Carnevale
Molti erano anche i giochi che venivano organizzati durante questa festa, alcuni dei quali sono giunti fino ai giorni nostri. In genere si trattava di rievocazioni di fatti storici come la Danza Moresca, un vero e proprio combattimento che richiamava le battaglie fra Cristiani e Mori, appunto o la Festa delle Marie che celebra un fatto accaduto intorno al 940.
Durante una festa alcuni pirati rapirono delle giovanissime donne veneziane ma gli uomini presenti, remando velocemente riuscirono a raggiungerli e a liberare le fanciulle.
Oggi viene organizzato un corteo sull’acqua che accompagna 12 ragazze fino a Piazza San Marco, dove viene proclamata la più bella. Oltre alle tante regate che si svolgono periodicamente per i canali della città ci sono, poi, le Piramidi d’Ercole, nel corso delle quali vengono realizzate delle piramidi umane che rievocano l’eterna rivalità fra due fazioni di Venezia: i Castellani e i Nicolotti.
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“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”