Parliamo dell’importanza del viaggio e dell’ozio ai fini della produttività creativa.
L’ozio creativo
Sempre che il viaggio, inteso come deliberato movimento nello spazio, possa essere in qualche modo riconducibile all’ozio. E’ vero o no che i nostri vecchi ci hanno insegnato che la vita è fatta di sacrifici e che il termine vacanza corrisponde a mancata produzione e spreco di soldi?!
Ogni volta che mi sposto per le mie conquiste geografiche, non ha importanza quanti chilometri abbia percorso, i miei processi creativi aumentano esponenzialmente. E così crescono osservando un bel tramonto sulla spiaggia, sorseggiando un buon bicchiere di vino e anche quando mi stravacco sulla sdraio a prendere il sole.
“Per me oziare non significa rinunciare a vivere, bensì afferrare la vita con brio ed energia”
TOM HODGKINSON, autore di I piccoli piaceri dell’ozio
Anche quando sono a casa, utilizzo molto visualizzare i progetti o i problemi, ripassando a mente le possibili soluzioni. Di solito funziona. Questo per me significa che il solo staccare dai normali cicli quotidiani può essere sufficiente per liberare spazio nella nostra mente. Ricordo uno dei primi racconti Zen che lessi anni fa, quello della tazza piena di The: se prima non la svuotiamo per bene non possiamo pretendere di riempirla con nuova sostanza. E così uno dei modi occidentali di svuotare la tazza è quello di smettere di fare ciò che le convenzioni ci portano a fare: il lavoro e gli impegni sociali o più strettamente famigliari.
L’ozio come stimolo della creatività
A conti fatti queste cose sembrano banali e scontate ma se pensiamo che fermarci può essere utile a farci partire per nuove strade allora il tutto assume un significato diverso, più interessante e più profondo. Diventa un’opportunità.
Se dovessi usare un’altra metafora parlerei del treno in corsa e di quanto possa essere difficoltoso buttarsi ad alta velocità oppure fermare con la leva di emergenza il convoglio e quindi scendere col minimo rischio per prendere la nuova strada…
Al di là delle metafore, credo sia sano pensare al cambiamento e a come possiamo imporcelo positivamente, perché nella vita è senza dubbio meglio fare o aspirare a quello che più ci piace, piuttosto che sottostare a ritmi perversi facendo ciò per cui non siamo portati. E tutto ciò solo per vaghi sensi di responsabilità: il mutuo, la moglie, i figli, il cane, ecc.
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Dico vaghi sensi di responsabilità non per sminuire la condotta del buon padre di famiglia, quanto per far luce sull’immagine che diamo di noi ogni volta che palesiamo la difficoltà nell’affrontare il duro quotidiano con la bocca storta. Chi ci ama ci sa leggere e trae insegnamento dal nostro vivere infelici. E’ quello che vogliamo?
La vacanza, il riposo, insomma l’ozio, ci consentono di far sedimentare le idee ed i pensieri e di poter godere di una prospettiva diversa, probabilmente più oggettiva, magari un tantino ottimistica ma senz’altro più costruttiva. Ergo: più produttiva.
“Bisogna trovare il tempo di schiacciare un pisolino fra il pranzo e la cena. […] Io lo faccio sempre. Non crediate che dormire durante il giorno significhi lavorare di meno. È una convinzione stupida propria di chi è privo di immaginazione. In realtà vi darete molto più da fare.”
WINSTON CHURCHILL
“Oltre al Blues ho un sacco di altre passioni ma nessuna di queste supera la quasi perversa attrazione che nutro per l’Andalusia, per il Flamenco e per le zingare dagli occhi neri”