Sono stata tante volte a Bologna negli ultimi anni, in occasione di una fiera del settore dove lavora il mio compagno che si tiene ogni anno a Rimini a novembre. In queste occasioni ho avuto modo di conoscere Rimini, San Marino e la stessa Bologna. Quest’anno abbiamo deciso di esplorare una bellissima città come Ravenna ed il delta del Po.
Atterrati all’aeroporto di Bologna, pausa pranzo presso un ottimo ristorante www.lastelladilippo.it nei pressi, dove gustiamo delle deliziose specialità a base di tartufo. Ci dirigiamo dopo verso la nostra prima meta, Ravenna.
Non solo monumenti – Ravenna cosa vedere
Ravenna è celebre per i suoi monumenti, molti dei quali sono patrimonio Unesco: San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Basilica di Sant’Apollinare nuovo, Battistero Neoniano, Museo Arcivescovile e Cappella di Sant’Andrea (vedi anche www.10cose.it).
In un percorso ideale (Ravenna ha un centro storico piccolo) basta una giornata per visitarli tutti. Resta fuori da questo percorso Sant’Apollinare in Classe che si trova però a 8 km da Ravenna e che non abbiamo avuto tempo di raggiungere. Personalmente sono rimasta affascinata dal Mausoleo di Galla Placida e dalla Cappella di Sant’Andrea, entrambi dalle volte decorate come un cielo stellato. Sono da apprezzare comunque tutti i bellissimi mosaici che testimoniano la maestria degli artigiani che li hanno realizzati e che fanno della città la capitale del mosaico.

Da buona città romagnola (ma anche l’Emilia non è da meno), Ravenna dà il massimo anche a tavola. Ovviamente piadina, squacquerone e rucola è un classico da non mancare, ma anche passatelli, strozzapreti e poi carni tra le quali trionfa il maiale.
Ci siamo concessi solo un venerdì ed un sabato a Ravenna per dare spazio al delta del Po ed in effetti ne valeva veramente la pena. La nostra meta è Porto Tolle, tranquillo paesino a pochi chilometri dal delta vero e proprio, dove pernottiamo presso la casa di Matteo, un ragazzo molto simpatico che ci ha messo subito a nostro agio.
Il delta del Po si trova fianco a fianco con quello dell’Adige ed è un intricatissimo reticolo di canali, lagune, paludi, terre emerse, isole. Ha caratterizzato da migliaia di anni la vita delle popolazioni che lo hanno abitato, che ne hanno tratto lavoro e sostentamento con la pesca e della numerosa flora e fauna insediatavi. Peccato non aver potuto fare un’escursione in barca perché era già tutto prenotato, ne abbiamo quindi girato una piccola parte, quella relativa al Po di Levante , fermandoci spesso a fotografare paesaggi lagunari, incontrando nelle sue acque stormi di fenicotteri rosa, moli di legno dove vi erano attraccate le imbarcazioni da pesca ed i sistemi di regolazione idraulica delle acque .
Graziosa l’isola di Albarella, isolotto privato disseminato di case, ville, alberghi (due), attività commerciali e sportive. L’ingresso però è riservato, quindi ci siamo limitati ad osservarla dall’esterno, fermandoci a pranzare in un ristorante molto caratteristico perché ubicato su una palafitta.
Ultima tappa: cosa vedere a Chioggia
Conoscevo già Chioggia di nome come la Piccola Venezia e così è stato.
Suggestiva di notte con i suoi canali illuminati, i palazzi moderni ma anche antichi, molto simili a quelli veneziani, che si specchiano nelle acque calme dei canali; vivace ed affollata di giorno, con i pescatori che scendono dalla loro abitazione alla barche ormeggiate li davanti ed i bar con i tavolini all’aperto riparati con tende trasparenti dalla pioggia e dal freddo.

La parte più antica della città si estende su un isolotto collegato alla terraferma da numerosi ponti, alcuni antichi, altri moderni, con un impianto stradale a spina di pesce regolare, mentre Sottomarina, nell’isolotto più grande a fianco, ne rappresenta uno dei quartieri moderni, anche se l’isola fu abitata già a partire dal VII secolo D.C. ma completamente trasformata nel corso del tempo e ricostruita verso il 17° secolo.
Notevole la flotta da pesca che ne fa uno dei porti più importanti dell’Adriatico. Abbiamo visto, seduti fuori al tavolo di una graziosa trattoria affacciata su un porto canale, barconi da pesca che rientravano e scaricavano il pescato sul molo dove si trova il mercato ittico. Da gustare il baccalà, che da queste parti è uno dei protagonisti della cucina veneta.
Il tempo della nostra minivacanza è finito: ci dirigiamo verso Rimini , che con le sue lunghe spiagge sabbiose fa rimpiangere che manchi un pò di sole in quest’autunno nuvoloso.

Ho 57 anni, geologo ma non esercito più e mi dedico ad una grande passione, la tessitura. Col mio compagno condividiamo sia i viaggi che la subacquea e la fotografia.